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ELECTRIC WHISPERS | MOSTRA DI RÄ DI MARTINO A CURA DI MARIA ROSA SOSSAI

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Promossa dall’IIC di Beirut in collaborazione con il Beirut Art Center, la mostra Electric Whispers di Rä di Martino (Roma, 1975), artista visiva che utilizza diversi mezzi espressivi come video, film, fotografia, animazione 3D si inaugurerà il 24 giugno.

“Le opere allestite testimoniano alcune tappe significative della ricerca dell’artista: installazioni multidisciplinari e fotografie dove immagini e musica dialogano con animazioni 3D e due lavori appositamente realizzati nel corso della sua recente residenza a Beirut.

Nell’animazione Kant Can’t (2024-2025) creata con un software di gaming 3D, la differenza di misure tra gli astronauti che fuggono da insetti giganti e da mani e piedi di proporzioni enormi che tentano di calpestarli, amplifica il senso di perdita della dimensione umana. Il viaggio nello spazio virtuale dei codici e degli algoritmi ha cancellato previsioni sul futuro e ogni possibile tipo di conoscenza.

Nell’installazione a due canali Afterall (2019) allestita nella parte centrale della mostra, gli abitanti di un pianeta ancora da inventare – vagabondi del futuro, piccole divinità perse in ambienti reali e digitali – sono sintonizzati con la colonna sonora composta da rumori, canti, cori, sussurri, ritmi della natura, frequenze radio che si armonizzano per un attimo per poi ricombinarsi in sonorità dissonanti. L’elaborazione di una filosofia del presente per l’artista richiede un ripensamento della realtà in cui l’identità, diventata porosa, elude i confini tra i diversi generi artistici. Così, nella video installazione Poor, Poor, Jerry (2017), il popolare cartone animato (ispirato a Tom&Jerry) si aggira sperduto nel paesaggio lavico dell’isola di Lanzarote mentre ripete in synch spezzoni di dialoghi d’amore di film tratti dal repertorio cinematografico popolare. L’artista si interroga sulla possibilità di generare senso in un’epoca caratterizzata dall’omologazione visiva operata dalla tecnologia digitale postmoderna e dall’intelligenza artificiale. Così, la statua rotta distesa in una radura priva di gambe e di un braccio – nel video L’eccezione (2019) – si anima e compie piccoli movimenti sospinta dal tema d’amore della colonna sonora del film Flashdance, simbolo degli anni ’80. Se nella penombra della proiezione il pubblico in passato era catturato dallo spazio narrativo e visivo delle immagini in movimento oggi il virtuale interferisce con la percezione modificando la realtà e, di conseguenza, l’esperienza estetica.

L’interesse di Rä di Martino per i mondi virtuali è in sintonia con il pensiero di chi ritiene che “Le tecnologie ci permettono di essere temporaneamente e vicariamente qualcosa di diverso da chi siamo e da come viviamo nella nostra quotidianità e che all’interno dei mondi virtuali, è anche possibile stimolare domande e riflessioni di carattere filosofico ed esistenziale, il cui valore è economico, ma anche sociale e quindi politico” [1].

Durante la residenza a Beirut l’artista ha realizzato l’installazione The Focus of Attention (Up!) che consiste nella proiezione di due diapositive con materiale proveniente dal suo archivio. La prima in bianco e nero, ottenuta da una foto d’archivio rielaborata di uno spettacolo teatrale in cui un gruppo di persone guarda in alto verso il cielo dove qualcosa sta accadendo, crea un’atmosfera di attesa e stupore. La seconda immagine raffigura le pagine di un libro di fantascienza degli anni 50 con la presenza di un grande UFO.

Electric Whispers è un’opera che nasce dall’elaborazione di una foto scattata in una sala video giochi a Tripoli dove l’artista si trova ad analizzare l’influenza e il ruolo dei videogames nella vita quotidiana delle nuove generazioni. Il tema segna l’inizio di un suo nuovo progetto, presente anche nel suo prossimo film di finzione che verrà girato in parte in Libano. Nella sala deserta si intravede la figura di un bambino seduto di spalle al quale lo spazio sconfinato e aperto dei videogiochi si offre come una insostituibile occasione di costruzione di identità e dimensioni spazio-temporali immaginarie; la digitalizzazione della fotografia trasforma la sala in una materia modellabile all’infinito scomposta in solidi geometrici in un esercizio di alterazioni ottico-percettive.

“La tecnologia digitale, il tempo trascorso davanti agli schermi hanno completamente stravolto il nostro rapporto con la cultura. Siamo tutti transfughi da ambiti diversi, replicanti abitati da frammenti di testo, personaggi di un copione che compiono un viaggio nell’iperspazio”. [2]

Infine, Rä di Martino compone con tre fotografie in bianco e nero un’installazione con luci UV tratte dalla sua serie Open Trees (2012-ongoing), a cui ha aggiunto una nuova immagine rielaborata da una foto d’archivio del 1908 di un paesaggio a Sidone (Ṣaydā). Quest’opera, richiamando la tecnica fotografica tradizionale come forma di rievocazione storica – anche se manipolata -, nega l’idea che esista una verità assoluta o predominante.

In risposta all’attuale disorientamento, all’insicurezza e alla fragilità dei sistemi tecnologici Rä di Martino decide di stabilire connessioni con altri mondi, proiettandosi verso nuovi modelli di comprensione e interpretazione della realtà, in sintonia con l’anticipazione e la sperimentazione in una modalità non descrittiva ma di dislocazione dell’immaginazione lì dove i ricordi possono ancora generare pensieri e visioni originali.

Le opere in mostra sono un invito a riconquistare un orizzonte possibile andando oltre le specificità formali dei diversi media per inaugurare una nuova lettura e funzione della tecnologia.”

Maria Rosa Sossai
Curatrice

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[1] Stefano Gualeni, Il videogioco del mondo. Istruzioni per l’uso, Timeo, 2024.
[2] ‘Les Inrockuptibles’, intervista a Dominique Gonzalez-Foerster, n. 41, giugno 2025.

 

BIOGRAFIE

Rä di Martino (Roma, 1975) ha studiato a Londra dove si è laureata con un MFA alla Slade School of Art. Con il Premio New York ha vinto una borsa di studio alla Columbia University di New York dove ha trascorso cinque anni prima di tornare in Italia. Ha esposto in numerosi musei e festival cinematografici, quali: MoMA-PS1, e Artists Space, New York; Tate Modern, Londra; MCA, Chicago; Palazzo Grassi, Venezia; Museion, Bolzano; Magasin, Grenoble; alla Biennale di Busan; Manifesta 7; Kino der Kunst, Monaco, Transmediale, Berlino. Alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia presenta nel 2014 il mediometraggio The Show MAS Go On, vincendo il premio Gillo Pontecorvo, il premio SIAE e un Nastro d’Argento, e nel 2018 il suo primo lungometraggio Controfigura. Nel 2019 inaugura la mostra Afterall al Mattatoio – Palaexpo di Roma e alla Kunst Halle Sankt Gallen. Nel 2022 tiene una mostra retrospettiva al Forte Belvedere di Firenze, e una personale alla Torre Matta di Otranto con un’installazione sull’archivio di Carmelo Bene. Nell 2023/2024 sviluppa grazie al premio PAC, Piano per L?arte Contemporanea, il progetto Kant Can’t presentato al Polo Museale di Potenza e ora in mostra alla Fondazione Giuliani di Roma. Sta sviluppando il suo secondo lungometraggio con una produzione italo-franco-libanese.

Maria Rosa Sossai è ricercatrice nel campo delle pratiche artistiche partecipative, delle politiche dell’educazione e del video e film d’artista. Dal 2021 è Responsabile Scientifica Dipartimento Progetti Partecipativi del Museo Civico di Castelbuono (PA). Nel 2018 ha cofondato ‘fuoriregistro quaderno di pedagogia e arte contemporanea’, Boîte edizioni, Lissone. Dal 2012 al 2022 ha diretto l’Accademia Libera delle Artiwww.alagroup.org, piattaforma indipendente di educazione e arte contemporanea. Ha curato mostre e progetti in musei, Istituti italiani di cultura, fondazioni, gallerie in Italia e all’estero, tra cui: Matera Capitale Europea 2019 per il Museo M.E.M.O.RI.; Museo MAN di Nuoro, Nomas Foundation, the American Academy e la Real Academia de España a Roma, Villa Panza, Varese, Tel Aviv Museum, SongEun ArtSpace di Seoul, IIC di Barcelllona. E’ stata visiting critic for the MFA Program at Parsons Fine Arts, New York. Ha scritto saggi e articoli in cataloghi e riviste d’arte contemporanea italiane e straniere. E’ autrice di numerose pubblicazioni: Vivere insieme l’arte come azione educativa, Torri del vento, Palermo, 2017; Arte video, storie e culture del video d’artista in Italia, Silvana Editoriale, Milano, 2002; Film d’artista, percorsi e confronti tra arte e cinema, Silvana Editoriale, Milano, 2009.

  • Organizzato da: IIC Beirut
  • In collaborazione con: BAC-Beirut Art Center