GATEWAY di Eliana Rotella
Prima rappresentazione in Libano
Teatro Gulbenkian, LAU – Beirut
14 ottobre, ore 20:00
Regia di Dana Mikhail
In GATEAWAY, Eliana Rotella costruisce un dialogo che è insieme comunicazione e fallimento della comunicazione.
Il titolo stesso – ibrido tra gate (porta), away (lontano) e gateway (dispositivo di connessione tra reti) – definisce l’orizzonte tematico dell’opera: l’amore e la distanza come fenomeni di rete, come flusso di dati, segnali interrotti, silenzi condivisi. Due voci (forse due donne, forse due presenze qualunque) si parlano attraverso schermi, connessioni, glitch, app, cancellazioni.
La terza voce – “questa” – tenta di colmare i vuoti, come una intelligenza artificiale emotiva, una eco poetica che traduce il non detto.
L’intero testo diventa un paesaggio sonoro digitale, dove la parola non è più solo linguaggio, ma anche rumore, latenza, immagine, codice.
Rotella cattura l’intimità frammentata della generazione contemporanea: l’amore espresso via messaggio, la nostalgia come notifica, l’assenza come file in upload.
Nel testo convivono lirismo e tecnologia, romanticismo e backup, fino a fondersi in una voce collettiva che parla di perdita, connessione, identità, precarietà.
La forma della scrittura – flusso interrotto, messaggi incompleti, inserti di cronaca, rumori di sirene, dati numerici – restituisce il senso di un mondo in cui ogni relazione è un atto di sopravvivenza digitale.
Non più solo teatro, ma architettura emotiva di rete: un dispositivo di ascolto tra umano e post-umano.
GATEAWAY è quindi una pièce che non si limita a raccontare: accade.
Nel suo linguaggio ibrido e intimo, la tecnologia diventa confessione, e la connessione – inevitabilmente – isolamento.
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Dana Mikhail si laurea alla Facoltà di Belle Arti in Libano e completa un percorso quadriennale presso la scuola pratica per le arti performative TAK in Germania. Nel 2013 vince il premio come Miglior Attrice dell’Anno all’Ifab per il ruolo di Fadwa nel film SUR TON SEIN, scritto e diretto da Faraj Aoun, che si aggiudica anche il Brandenburger Gate Award come Miglior Film dell’Anno.
Partecipa a Home Works 5 di Ashkal Alwan e gira con Sabab Ensemble, Ensemble Integral, Compagnie Parnas e Collectif Kahraba. Si esibisce al Festival di Avignone con la Compagnie Le Minotaure, ai Münchner Kammerspiele per l’Open Border Ensemble e alla Volksbühne di Berlino con il regista Avo Kaprealian. Dopo l’esplosione al porto di Beirut, interpreta JUDE, un adattamento libanese di JAZ di Koffi Kwahulé, nell’area devastata di Armenia Street, con la regia di Alain Saadeh e il pianista jazz Marc Ernest. Partecipa alla serie Hell’s Gate, diretta da Amin Dora.
Membro dal 2006 dell’ensemble di Colonia bodyincrisis, nel 2022 cura ROOM SERVICE DIGITAL, un progetto che coinvolge 30 artisti residenti a Beirut. Dirige LEATHERFACE, scritto da Helmut Krausser, adattato in libanese da Georges Hachem e interpretato da Dana Dia e Moe Yassine, per la riapertura del cult Cinema Royal a Burj Hammoud. Partecipa alle mostre Les mondes de Willy Aractingi al museo Sursock e Allô, Beirut? a Beit Beirut. Interpreta Yevkiné nella prima adattazione di LE QUATRIÈME MUR di Sorj Chalandon, diretta da David Oelhoffen. Recita in SILVERFISH, scritto, diretto e prodotto da Hussein Nakhal e Cinema Al Fouad.