Il film porta sullo schermo quattro racconti tratti dalla raccolta in quindici volumi Novelle per un anno di Luigi Pirandello, ambientati nella Sicilia ottocentesca, terra natale dello scrittore. A fare da filo conduttore tra le storie è un corvo, mostrato all’inizio mentre i paesani gli legano una campanella al collo. Questo corvo assume un ruolo quasi simbolico, guidando lo spettatore da un racconto all’altro. Ogni episodio dura circa 40 minuti.
“L’altro figlio” racconta di una madre che non ha più notizie dei suoi due figli emigrati in America da 14 anni. Nonostante il loro silenzio, continua a preferirli al terzo figlio, rimasto con lei e sempre pronto ad aiutarla. Il motivo di questo rifiuto emerge attraverso dei flashback ambientati nel 1860, poco dopo l’arrivo di Garibaldi in Sicilia.
“Mal di luna” segue la storia di Sidora, che dopo appena tre settimane di matrimonio scopre che il marito Batà, durante le notti di luna piena, si trasforma: ulula e gratta alla porta come un lupo. Per salvare il matrimonio, Batà permette che il giovane e affascinante Saro resti a dormire con loro nelle notti di luna piena, per proteggere Sidora.
“La giara” è un episodio comico. Il proprietario terriero Don Lollò commissiona una gigantesca giara per conservare l’olio d’oliva, ma questa si rompe subito in circostanze misteriose. Viene chiamato Zi’ Dima, celebre per la sua colla segreta. Riesce a riparare la giara… ma dall’interno. Don Lollò si rifiuta di romperla di nuovo per farlo uscire, scatenando una serie di eventi assurdi.
“Requiem” racconta di un gruppo di contadini che, di fronte alla morte imminente del loro patriarca, chiedono di poter seppellire i propri morti nel villaggio, invece di camminare per un giorno intero fino al cimitero del paese. Il barone, proprietario delle terre, rifiuta. Quando iniziano a costruire un piccolo cimitero locale, i carabinieri vengono inviati a fermarli.
Il film si chiude con un epilogo di 20 minuti, “Colloquio con la madre”, in cui Pirandello immagina di tornare nella sua terra natale, anni dopo la morte della madre. In un dialogo immaginario e affettuoso, le chiede di raccontare il viaggio che fece da bambina a Malta per visitare il padre in esilio. L’ultima sequenza mostra dei bambini che scivolano giù per i bianchi pendii di pomice sull’isola di Lipari, verso il mare.