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MOSTRA “FRAGILE/FRAMMENTI: ESTETICA DELLA VULNERABILITÀ TRA CORPI, ROVINE E PAESAGGI

Fotone per pagina Fragile

Il progetto Fragile / Frammenti nasce dal desiderio di esplorare la fragilità non come segno di debolezza, ma come una condizione che, quando si manifesta, ci permette di addentrarci nell’esistenza umana in una delle sue dimensioni più sensibili e rivelatrici, al contempo individuale e collettiva, storica e materiale. Questa nozione risuona con particolare forza in un contesto come quello del Libano, dove la fragilità non è una metafora ma un’esperienza tangibile e vissuta, inscritta nei corpi, nei paesaggi, nelle istituzioni e nella memoria stessa.

In questa prospettiva, la fragilità diventa oggetto di un’indagine estetica e critica: una materia sensibile da tradurre in forme, immagini, gesti e suoni. È al tempo stesso una tensione interiore che attraversa biografie e strutture, e un’eco di fratture storiche e vulnerabilità sistemiche.

Fragile / Frammenti si dispiega così come una riflessione plurale che attraversa l’arte contemporanea, l’archeologia, l’ecologia, la memoria e il linguaggio, costruendo uno spazio in cui la fragilità non è più percepita come un difetto da celare o una ferita da rimarginare, ma come un punto d’innesco: una condizione da cui possono emergere visioni, interrogativi, nuove forme di senso e possibilità di trasformazione.

Con la partecipazione di due artiste italiane in dialogo con sei artisti libanesi, e con la presenza di alcuni reperti archeologici, suoni e installazioni in situ, la mostra prende forma come una cartografia frammentata del fragile, uno spazio in cui i visitatori possono ascoltare, toccare, comprendere e attraversare la fragilità, non come mancanza, ma come risorsa critica.

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Ilaria Sagaria

Nata nel 1989 a Salerno, Ilaria Sagaria vive e lavora a Milano. Diplomata in pittura e fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, sviluppa un linguaggio visivo che fonde rigore formale e introspezione, intrecciando fotografia e pittura in un immaginario simbolico dominato dal corpo femminile. Le sue immagini indagano la relazione tra sacro e profano, luce e oscurità, memoria e metamorfosi.
Tra i suoi progetti principali figurano Crisalidi — riflessione sulla trasformazione identitaria e la fragilità del corpo — e Piena di grazia (2025), dedicato al femminile come spazio di tensione spirituale e simbolica.
Ha esposto in gallerie e istituzioni italiane e internazionali, tra cui le Gallerie degli Uffizi di Firenze, dove un suo autoritratto è entrato nella collezione permanente. Vincitrice di numerosi premi, tra cui Portfolio Italia (2021) e New Talent Prize (2023), ha partecipato a festival come Photolux e Verzasca Foto.

Serena Radicioli

Nata a Latina nel 1997, Serena Radicioli appartiene alla nuova generazione della fotografia italiana. Dopo gli studi all’Officine Fotografiche di Roma, frequenta il corso di Fotografia e Audiovisivo alla RUFA. La sua ricerca si concentra sulla memoria, l’assenza e la ricostruzione del sé attraverso archivi familiari e immagini ritrovate.
Con il progetto Non sei più tornato, dedicato alla scomparsa del padre, ha vinto il Premio Musa per Fotografe (2023) e partecipato a Giovane Fotografia Italiana #12 nell’ambito di Fotografia Europea 2025. Nella sua poetica, anche gli errori e le imperfezioni del mezzo fotografico diventano strumenti di racconto, capaci di trasformare la fragilità in presenza e il ricordo in visione.

  • Organizzato da: IIC Beirut
  • In collaborazione con: Arthaus Beirut