In oltre due mesi di navigazione lungo le coste di Medio Oriente, Italia, Nord Africa ed Europa Meridionale, i Soundwalk Collective hanno intercettato con scanner, antenne e registratori, un ascolto tecnologico di sovrapposizioni accidentali di rumori, musiche e voci, conversazioni private e comunicazioni di servizio, tra barche, navi e la costa. Un panorama sonoro del Mediterraneo composto ripercorrendo il viaggio di Ulisse da Troia a Itaca. Una vastità di frammenti canti armonie: un coro, un’entropia uditiva. Hanno poi riascoltato in studio le registrazioni, per cogliere il senso di ogni suono, di ogni traccia, di ogni diafonia: accenni di storie, scorci di mondi, lasciandosi condurre verso quello che si è rivelato un état des lieux del Mediterraneo. Il risultato è una mappa musicale in continua ricomposizione, un’installazione polifonica, il riflesso di un mondo sonoro.
Questa fonografia echeggia ora al primo piano del Beit Beirut, prima noto come Yellow House, l’edificio in stile neo-ottomano eretto nel 1924 dall’architetto Youssef Afandi Aftimos, divenuto il principale avamposto militare e casa dei cecchini negli anni della guerra civile che ha afflitto il Libano dal 1975 al 1990. Abbandonato e vandalizzato per anni, fino alla sua recente rinascita come museo e centro culturale.A esclusione di questo piano, che preserva integre e ben visibili le tracce della quotidianità dei cecchini che negli anni ne fecero la loro funerea dimora.
Il palazzo, caratterizzato da un asse centrale vuoto che si protrae verso il cielo, è ora scrigno della memoria della città, di cui conserva tragedie e splendori. Storie di vita e di guerra. Di rinascita. Con La Sindrome di Ulisse, il suo passato risuona e si amplifica nei sussurri e nei canti che da sempre scivolano impalpabili sulla superficie del Mediterraneo, accompagnando il flusso ininterrotto della nostra vicenda, drammatica e sublime.