IMPRIMATUR di Alessandro Paschitto
Prima rappresentazione in Libano
Radio Karantina – Beirut
10-17 Novembre 2025
Regia e adattamento radiofonico di Chrystele Khodr
Con le voci di Rodrigue Sleiman e Chrystele Khodr
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Una produzione radiofonica in prima assoluta
Con IMPRIMATUR, Alessandro Paschitto ci conduce in un luogo dove la parola — quella che dovrebbe imprimersi, che dovrebbe dire «sì» — è al tempo stesso atto e fallimento, forma e dissoluzione. L’“imprimatur” che dà il via, che autorizza, che sancisce, diventa qui un gesto mancato: la comunicazione che non arriva, il «bersaglio» che non viene centrato.
In questa messa in scena per radio, la pagina bianca è lo sfondo costante: silenziosa, sospesa, inquietante. Attori e performer – almeno due, maschili e/o femminili in alternanza – si muovono in un paesaggio di parole, distanze, vuoti, scatti improvvisi.
La dimensione sonora diventa campo di azione: il portatile che funge da piccolo palcoscenico, la stampante che imprime l’atto creativo, la voce che cerca il contatto e la perde. Il luogo da cui parliamo non è solo «il luogo»: è la distanza che si è creata, il silenzio che pesa, la parola che non si completa.
Una serie di micro-scene: lasciare, soffrire, nascere, morire. L’universo che esplode e si espande, o che semplicemente resta immobile. Un movimento che avanza verso lo spettatore (l’ascoltatore) — «Vengo io», «Vi raggiungo» — eppure resta altrove, resta lontano, resta “altro”.
Nel mezzo: un dialogo al telefono che non trova risposta, i suggeritori nascosti che sussurrano parole dietro le spalle dei parlanti. La voce diventa dislocata, l’identità instabile, l’azione una lotta senza motivo apparente: “Azione? Azione!”.
È un’esperienza sonora che invita l’ascoltatore a confrontarsi con la propria voce, il proprio silenzio, la propria distanza.
È il «sì» che non arriva, ma che resta sotto-inteso. È l’imprimatur negato.
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Chrystele Khodr è un’attrice, drammaturga e regista teatrale libanese con base a Beirut. Si è formata all’Istituto di Belle Arti dell’Università Libanese e poi alla Scuola Internazionale di Teatro LASSAAD di Bruxelles, ispirata alla pedagogia di Jacques Lecoq. Il suo lavoro nasce dall’urgenza di ricostruire la memoria collettiva attraverso storie personali, esplorando il teatro come spazio di ricerca e testimonianza storica. Ha realizzato spettacoli che spaziano da performance intime a produzioni corali, installazioni e opere sonore. Tra il 2009 e il 2012 ha creato Bayt Byout, 2007 or how I smashed my bubble envelopes e Beirut Sepia, presentati in Libano e in Europa.
Il suo spettacolo Augures (2021) ha debuttato al Théâtre Tournesol di Beirut e ha poi girato importanti festival europei. Nel suo ciclo di ricerca sull’economia e la memoria ha realizzato l’audio-opera Rise and Fall of Orient Swiss – Bedtime Stories e l’installazione Who Killed Youssef Beidas? (2022). Vincitrice dell’Ibsen Scope, ha scritto e diretto Ordalie (2023), ispirato a The Pretenders di Ibsen, acclamato e in tournée europea. Attualmente lavora a Record, in collaborazione con Nadim Deaibes, dedicato al massacro di Tel al-Zaatar del 1976, con debutto previsto al Festival Sens’Interdits nel 2025. Chrystèle è artista associata al Théâtre des 13 Vents – Centre Dramatique National di Montpellier.